Con la firma del decreto presidenziale di ripartizione del Fondo di investimento previsto dal comma 140 dell’ultima Legge di Bilancio ben 20 miliardi di euro saranno destinati a strade e ferrovie, e per la Sicilia sono previsti investimenti di circa 9,9 miliardi di euro che saranno impiegati anche per la velocizzazione della Catania-Siracusa fino ad Augusta e probabilmente anche per la tratta Palermo-Catania per riuscire a collegare le due città in un’ora e 54 minuti entro il 2024.
“Vogliamo tenere in esercizio il binario esistente e nel frattempo realizzare il secondo binario veloce entro il 2024, – ha affermato Giovanni Pistorio, Assessore regionale ai Trasporti – in modo da non chiudere la tratta. E solo dopo intervenire su quello esistente per velocizzarlo, così entro il 2030 avremo il raddoppio”.
Per la tratta Catania-Siracusa sono già iniziati i lavori di ammodernamento nel tratto tra Bicocca e Targia che prevedono l’adeguamento della sede ferroviaria; la regimentazione idraulica del corpo stradale; il ripristino strutturale e/o la sostituzione di opere d’arte; le rettifiche di curve, varianti puntuali ed estese; le opere civili e tecnologiche di tratti di linea nell’ambito di alcune stazioni (lungo il tracciato ne sono presenti 10, tra le quali la stazione di Bicocca, attraversata dalla diramazione per Palermo, e la stazione di Lentini, dove è presente la diramazione per la linea Caltagirone–Gela).
Per la tratta Catania-Palermo è stato già pubblicato il bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori del lotto Bicocca–Catenanuova con un imprto a base d’asta è di 220 milioni di euro. Il progetto prevede una velocità massima commerciale fino a 200 km/h con il raddoppio del binario parte in affiancamento alla linea attuale e parte in variante.
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Speriamo che i soldi finiscano a destinazione e che i tempi per la realizzazione indicati dall’Assessore vengano rispettati. La rete ferroviaria siciliana è una vergogna assoluta, obsoleta e monorotaia, risalente all’immediato periodo post-unitario, cioè a più di 150 anni fa. Ovvio che poi i treni non sono puntuali e di conseguenza il numero di passeggeri è scarso, e in passato invece di risolvere il problema ammodernando la rete ferroviaria esistente, lo si è affrontato con la dismissione di alcune linee come la Motta Sant’Anastasia-Regalbuto, o con la mancata realizzazione della linea Regalbuto-Nicosia, che sarebbe potuta essere un buon servizio per i paesini della parte orientale della provincia di Enna.
Specialmente in una terra a vocazione turistica come la Sicilia, puntare sull’ammodernamento della rete ferroviaria è necessario.