Il porto di Catania, dalla bocciatura alla promozione nell’élite europea

Il porto di Catania, attraverso un atto delegato della Commissione europea, pubblicato nella Gazzetta ufficiale Ue il 19 maggio scorso, è stato finalmente inserito nella rete delle più importanti infrastrutture europee, la Ten-T Comprehensive network che raggruppa le principali infrastrutture dell’Unione europea, permettendo allo scalo portuale etneo di attingere ai fondi provenienti da Bruxelles.

Due anni fa fu firmato un protocollo d’intesa tra il sindaco di Catania Enzo Bianco, il presidente della SAC Salvatore Bonura e il presidente dell’Autorità Portuale Cosimo Indaco per cercare di fare entrare nella rete TEN-T due delle più importanti strutture catanesi, il porto e l’aeroporto di Catania.

Ma ad un anno dalla firma il porto di Catania fu escluso perché l’Area NUTS 1 (nomenclatura delle unità territoriali statistiche) era già presidiata da porti più “prolifici” ed inoltre, anche questo è un elemento importante, Catania non era più sede dell’Autorità Portuale.

Il programma Rete Transeuropea di Trasporti (TEN-T)  è una linea di finanziamento della Commissione Europea per lo sviluppo delle Reti Transeuropee di Trasporto che includono i grandi progetti prioritari per il trasporto su strada e quello combinato, le vie navigabili e i porti marittimi nonchè la rete europea dei treni a grande velocità.

I finanziamenti  sovvenzionano gli studi o lavori che contribuiscono agli obiettivi del programma. La rete globale (core network) si compone di dieci “corridoi” multimodali transeuropei. Di questi ben quattro interessano l’Italia:

  • il corridoio Baltico-Adriatico che collegherà Vienna a Ravenna, mettendo in rete i porti di Trieste, Venezia e Ravenna stessa;
  • il corridoio Mediterraneo che taglierà in orizzontale tutto il Nord Italia, partendo da Torino fino a Trieste, unendo così la Francia e i Balcani;
  • il corridoio scandinavo-mediterraneo che è, probabilmente, quello più strategico per lo sviluppo italiano, perché partendo dal Brennero si scende fino a Roma e poi a Napoli da cui si biforca, collegando la città partenopea a Palermo, passando da Catania, da una parte, e alla Puglia, d’altra;
  • il corridoio alpino che prevede il collegamento diretto di Genova e Milano con il confine svizzero.

Quello che interessa la Sicilia è il corridoio scandinavo-mediterraneo e l’unica città siciliana che fa parte della rete Core è Palermo con il suo aeroporto e porto, gli altri aeroporti siciliani invece si trovano ad un gradino più basso e fanno parte della rete Comprehensive e comprendono: Catania, Trapani, Pantelleria, Lampedusa mentre Comiso entra ma solo come emergency runway.

Affinchè i porti possano entrare nella rete core dovrebbero rispettare almeno uno dei seguenti criteri: appartenere ad un nodo urbano primario; avere un traffico complessivo (prendendo a base la media del triennio più recente dei dati Eurostat) maggiore dell’1% del totale UE attraverso una formula di interpolazione che, per il porto i-esimo, prevede la somma di due distinti addendi considerati a partire dalle seguenti categorie:

  1. rinfuse liquide + solide;
  2. merci varie, ed il successivo confronto con i valori medi di riferimento per ciascun addendo calcolato a livello UE; ogni Area definita come NUTS 1 (in Italia sono più Regioni aggregate) deve avere almeno un porto core scelto come quello con traffico più elevato tra i facenti parte di una linea costiera continua.

L’inclusione è avvenuta grazie al raggiungimento del  volume di traffico del nostro porto che negli ultimi due anni ha superato la soglia pertinente: ciò permetterà al porto di Catania di accedere​ a consistenti finanziamenti europei, in particolare a quelli strutturali, del Cef e della Banca centrale europea, che consentiranno il potenziamento dell’ infrastruttura.


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