Il recente bando della Ferrovia Circumetnea relativo alla progettazione preliminare della tratta Misterbianco–Paternò ha permesso, come noto, di poter conoscere lo sviluppo del percorso e la localizzazione delle fermate presenti nello stesso, come cambierà dunque il territorio suburbano catanese in seguito alla realizzazione di questa parte di tracciato?
Anche se lo scopo della linea non è quello di favorire la mobilità interna dei comuni toccati dal percorso, la localizzazione di alcune fermate sarà già sufficiente per potersi aspettare una sensibile diminuzione dell’utilizzo del mezzo privato (con tutti i vantaggi che ne conseguono) all’interno degli stessi comuni; in questo senso si possono evidenziare la fermata di Etnapolis in relazione a quella di Paternò e le tre fermate di Misterbianco che “coprono” l’estensione del centro abitato lungo la sua direttrice Nord-Ovest/Sud-Est.
Inoltre l’esercizio della metropolitana potrebbe portare ad un’azione di ridefinizione del trasporto pubblico locale garantendo dei servizi di autobus/navetta in grado di collegare importanti realtà limitrofe non attraversate dal tracciato come Etnaland e il centro di Belpasso.
L’eventuale riduzione di automobili e i necessari lavori di realizzazione delle fermate sono fattori che potrebbero rappresentare un occasione per definire azioni di riqualificazione urbana, come già avvenuto a Catania per la fermata Giovanni XXIII. Queste azioni potrebbero essere realizzate a Piano Tavola e a Paternò visto che le rispettive fermate sorgeranno in aree che necessitano di un rinnovamento architettonico.
Un’altra azione realizzabile dai comuni toccati dalla linea metropolitana è quella di ridefinizione della viabilità; in questo senso a Misterbianco si potrebbe definire un’area pedonale nelle adiacenze della fermata centrale al fine di migliorare l’impatto estetico del centro storico e di accrescere le potenzialità economiche dello stesso. Un esempio simile potrebbe riguardare l’area circostante Piazza della Regione a Paternò, dove sorgerà l’ingresso del people mover.
Il futuro tracciato della metropolitana, inoltre, potrebbe favorire la nascita di un piccolo circuito turistico che si snodi attraverso le località toccate dalla linea stessa. Tale ipotesi si può realizzare attraverso un azione sinergica dei vari comuni interessati dal percorso allo scopo di valorizzare, sfruttare e interconnettere luoghi turistici e potenzialità della zona; centri storici, attrazioni naturalistiche (es. Salinelle Paternò) o attrazioni ludico-culturali (Etnaland, Etnapolis e Auditorium Misterbianco).
Infine, la linea metropolitana rappresenta un opportunità attraverso la quale attuare politiche che mirino a ridefinire l’organizzazione spaziale del territorio. Attraverso alcune azioni simili a quelle di transit oriented development, si potrebbe favorire la nascita di insediamenti abitativi e commerciali nei pressi delle fermate di Gullotta e Giaconia allo scopo di realizzare nuove aree “mixed-used” perfettamente integrate con i principali poli strategici della Città Metropolitana. Come dimostrato per altre azioni simili già effettuate in altre altre parti del mondo (esistono però progetti simili anche in Italia), si definirebbero nuclei urbani nei quali è possibile riscontrare un elevato livello di qualità della vita, un migliore utilizzo delle infrastrutture di trasporto e,nel lungo periodo, un sostanziale calo dello sprawl (il fenomeno relativo all’incontrollata espansione territoriale delle città).
La metropolitana rappresenta dunque una grande opportunità per poter definire quelle opere di rigenerazione urbana e territoriale in genere, necessarie per lo sviluppo dell’area metropolitana catanese, un’opportunità che i vari enti di governo locale non dovranno farsi sfuggire.
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A mio modesto parere, realizzare la tratta di metropolitana da Misterbianco a Paternò non ha senso, perché si perderebbe il senso stesso di metropolitana. Paternò per via della sua distanza da Catania di ben 20 km non fa parte dell’area metropolitana catanese, a differenza invece di Misterbianco, che essendo territorialmente contigua a Catania ne è di fatto una sorta di città satellite.
E poi non solo, Paternò ha un territorio vasto ed è prevista una sola stazione della metro nel progetto preliminare, dove sorge l’attuale stazione della FCE, parecchio distante dal centro storico, ed un people mover che la porta in una piazza che si trova a ridosso del centro. Mi chiedo cosa cambi per i pendolari paternesi.
Paternò fa pienamente parte dell’area metropolitana di Catania. In quest senso, tra i vari studi sul tema, le cito quello di Fabrizio Bartaletti (docente di geografia all’Università di Genova) che nel libro “Le Aree Metropolitane in Italia e nel Mondo” analizza tra le altre, l’area metropolitana etnea; quest’ultima viene identificata come un’unica area compatta che dal fiume Simeto si estende fino a nord di Zafferana Etnea (comprendendo dunque Belpasso, Paternò, Nicolosi e Zafferana Etnea) lungo la direttrice nord-sud interna e tra Vaccarizzo e Riposto lungo la medesima direttrice costiera. I parametri utilizzati dal Bartaletti per la definizione delle aree metropolitane sono abbastanza complessi e prevedono in sintesi: la continuità edilizia, il tasso di pendolarismo, la densità di popolazione e l’incremento di popolazione.
Non discuto sulla bontà delle sue affermazioni. Paternò sarà pure parte dell’area metropolitana di Catania, ma non fa parte del suo hinterland, visto che Paternò ha un suo hinterland formato dai comuni di Belpasso, Ragalna e S.M. di Licodia e fa parte di un vaso comprensorio sul versante occidentale dell’Etna.
Ciò detto, rimango del parere che realizzare la tratta della metropolitana fino a Paternò rappresenti un’assurdità e auspico che i vertici della FCE si ravvedano in tal senso. La cosa più sensata è ammodernare ed elettrificare la linea ferroviaria FCE esistente, ed interrare le tratta urbana a Paternò come accaduto ad Adrano, Biancavilla e Licodia, realizzandovi stazioni sotterranee. La Circumetnea ha valore turistico, ed il turista che viaggia vorrebbe vedere il panorama dell’Etna, non viaggiare su un tunnel.
Ribadisco l’idea dunque che la metropolitana non debba andare oltre Misterbianco e che bisognerebbe pensare a realizzare all’interno del territorio di Catania due nuove linee della metro, che come ho scritto in un altro commento, colleghino p.zza Risorgimento e p.zza Verga passando per il corso Indipendenza e il viale Rapisardi, e p.zza Verga con S.G. Galermo attraverso i comuni dell’hinterland.