VIDEO | Corso Italia, ogni giorno si rischia la vita: occorre intervenire sulla sicurezza stradale

Il dibattito sulla sicurezza stradale ritorna a essere trattato dalla cronaca in coincidenza con gravi scontri stradali che causano vittime; non a caso non utilizzo il termine “incidenti” per descrivere questi avvenimenti, la cui connotazione di casualità spesso è una giustificazione dei numeri da guerra delle strade italiane.

Ogni anno in Italia muoiono più di 3 mila persone sulle strade urbane ed extraurbane;  Catania secondo i dati Istat è la seconda città per numero di morti nelle strade urbane in rapporto agli abitanti; numeri che non rappresentano semplici statistiche ma vite spezzate in un attimo per la disattenzione o l’incuria di una persona alla guida, per i  mancati interventi delle amministrazioni sulla sicurezza stradale, per gli errori di chi progetta le strade, spesso concepite solo per le auto, relegando chi si muove a piedi o in bici in qualche centimetro ai bordi della carreggiata e invogliando gli automobilisti a premere il piede sull’acceleratore.

Lo scorso venerdi un ennesimo scontro stradale ha coinvolto due anziani in Corso Italia mentre attraversavano sulle strisce pedonali: un’automobilista, secondo le ricostruzioni sulla dinamica a forte velocità e forse invadendo la corsia preferenziale, ha travolto e ucciso i due signori.

Noi siamo andati a verificare ciò che avviene quotidianamente nel luogo dove sono state investiti i due signori: sembra non esser cambiato niente: alta velocità, mancate precedenze ai pedoni, stop non rispettati, sorpassi pericolosi, invasioni della corsie preferenziale.

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Non basta far riferimento al destino o a una distrazione di qualche secondo per spiegare questi avvenimenti che si ripetono quotidianamente; se la responsabilità diretta è dell’investitore ci sono anche delle colpe indirette: quelle di chi dovrebbe garantire il rispetto delle norme stradali e di chi dovrebbe concepire e modificare le strade della città a misura di persona e non del traffico motorizzato.

Gli interventi per restituire alle persone la possibilità di vivere la città senza essere costantemente in pericolo sono molteplici: il controllo e le sanzioni da parte della Polizia Municipale, anche attraverso sistemi video, ad esempio lo street control, già collaudato alcuni mesi fa, potrebbero essere il metodo più immediato e coercitivo.

Bisogna agire più alla base, non solo attraverso le sanzioni che fungono da deterrente; alcune città italiane e molte europee hanno ridotto il limite di velocità sulle strade urbane a 30 km/h tramite opportune modifiche delle infrastrutture stradali, una limitazione che fluidifica il traffico, evitando inutili e pericolose accelerazioni e decelerazioni senza interferire sulla velocità media di percorrenza, un provvedimento che ha fatto drasticamente diminuire il numero di morti in strada; a Parigi il 90% delle strade si percorre a non più di 30 km/h, New York da alcuni anni sta portando avanti il piano “Vision Zero”, nessuna vittima in strada.

Dipartimento dei Trasporti di New York: progettazione di una strada sul modello "Zero vittime"
Dipartimento dei Trasporti di New York: progettazione di una strada sul modello “Zero vittime”

 

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