La lunga fila di paletti dissuasori che delimita la carreggiata nord di viale Mario Rapisardi, è stata abbattuta per consentire agli automobilisti di sostare. Il gesto di mani ignote potrebbe mettere in pericolo la pubblica sicurezza.
I catanesi sono ormai assuefatti dalla prevaricazione e dall’inciviltà di molti automobilisti: marciapiedi occupati da macchine e scooter, carreggiate occupate da due o tre file di auto in divieto di sosta.
Un territorio, quello di Catania, che secondo le statistiche è occupato per il 10% da veicoli in sosta: una presenza che cerca di invadere sempre più spazio, come un fiume d’acqua che si insinua in ogni spiraglio disponibile.
Ecco il motivo per cui i due metri di spazio delimitato da paletti dissuasori al margine della carreggiata di viale Mario Rapisardi, poco prima di piazza Santa Maria di Gesù, sono da sempre stati considerati un’area facilmente destinabile alle auto in sosta.
Ma l’automobilista catanese, tipicamente “furbo” e spesso al di sopra delle regole, ha pensato di agire da solo.
Come testimoniano le foto diffuse dalla fanpage Facebook Lungomare Liberato mani ignote hanno pensato di agire autonomamente, abbattendo una lunga fila di paletti dissuasori che impedivano la circolazione e la sosta.
La memoria dei catanesi è molto corta: l’affaire asfalto sul sagrato della Cattedrale lo dimostra.
Solo in pochi ricordano che quei paletti, posti tra la carreggiata stradale e i portici dell’edificio dei Salesiani, sono stati posizionati per motivi di pubblica sicurezza.
Ripercorriamo i fatti della storia recente di Catania: tra gli anni ’60 e ’70 si procede all’allargamento di viale Mario Rapisardi, all’altezza dell’Ospedale Garibaldi ci si accorge che l’area in oggetto è cava, i solai dell’edificio dei Salesiani sono infatti sottostanti il tratto di carreggiata destinata all’allargamento.
Per evitare eventuali crolli del manto stradale si procede alla delimitazione della strada, vietando la circolazione e ovviamente la sosta.
In questi decenni la delimitazione della strada è rimasta immutata quindi intuitivamente le condizioni sono sempre le stesse: i solai, non costruiti per reggere un peso eccessivo, in base alle informazioni in nostro possesso, sono sempre lì e il manto stradale è cavo.
L’abbattimento dei paletti dissuasori, gesto di prevaricazione e “furbizia”, potrebbe far cedere il manto stradale oberato dal peso dei veicoli.
Mobilita Catania si chiede se il pericolo di cedimento sia tuttora reale o se nel frattempo sono stati svolti lavori di messa in sicurezza, che rendono superflua la delimitazione.
Ma se lo stato di fatto è uguale a quello di qualche decennio fa, per evitare il rimpallo di responsabilità a fatti ormai avvenuti, si deve intervenire subito nel ripristino dei paletti, affinché poi non si dica “noi ve l’avevamo detto”.