Il Documento di Economia e Finanza 2017 (DEF), varato dal governo la settimana scorsa, è un documento all’interno del quale vengono messe per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise e imposte dal Governo. e definisce la manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale.
Il Def si concentra anche sull’offerta di mobilità del trasporto rapido di massa per le 14 Città metropolitane, considerando questa come la componente più efficace per indirizzare la mobilità delle persone verso modi collettivi e quindi più sostenibili.
Il documento varato dal Governo la scorsa settimana ha individuato le priorità infrastrutturali del Paese, classificando le opere in tre grandi categorie: «interventi invarianti» (semaforo verde, vanno avanti come sono oggi), interventi da sottoporre a «project review» (semaforo giallo, vanno rivisti anche pesantemente sul piano progettuale per tagliare i costi, risolvere le controversie con il territorio o studiare opzioni alternative), interventi per cui serve un «progetto di fattibilità» (semaforo rosso in attesa di riconsiderare diverse opzioni progettuali alternative).
Ha suscitato grandi polemiche la decisione del Governo di mettere in stand-by il progetto di seconda pista dell’aeroporto di Catania, in attesa di una revisione del progetto: sia il sindaco di Catania, nonché della città metropolitana, Enzo Bianco, che l’amministratore delegato della SAC, società che gestisce lo scalo etneo , Nico Torrisi, hanno criticato la scelta, considerandola un freno allo sviluppo dell’aeroporto di Catania.
Ma non è l’unica novità che il Governo ha riservato alla città metropolitana di Catania: infatti lo strumento di programmazione economico-finanziaria defininisce per Catania, insieme a Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, tutte città metropolitane già dotate di servizi ferroviari metropolitani, l’obiettivo di far diventare queste città efficaci Hub sia per trasporto nazionale sia per trasporto metropolitano.
In particolare, per quanto riguarda la città metropolitana di Catania, il Def prevede il finanziamento per il rinnovo del parco treni della Ferrovia Circumetnea sia per la tratta metropolitana che per il servizio circum.
Alla fine dell’estate dovrebbe infatti partire il bando per la fornitura di 12 nuovi treni che si dovrebbero aggiungere agli otto Firema già in esercizio in vista dell’ampliamento della rete metropolitana. I treni saranno a due casse composti da 2 Unità di Trazione identiche e funzionalmente autonome con cabina di guida alle due estremità. Il rinnovo del parco rotabile per il servizio metro è infatti una necessità dettata dai recenti sviluppi della linea fino a Nesima e la futura estensione da Misterbianco all’aeroporto attesa e programmato per il 2023.
Entro l’anno dovrebbe partire anche il finanziamento per l’acquisto di altri tre treni “Vulcano” dalla polacca Newag per il servizio circum: il primo lotto composto da 4 treni è arrivato a Catania tra il 2015 e il 2016.
Una particolare attenzione è inoltre rivolta anche ai collegamenti ferroviari con gli aeroporti.
Catania, insieme a Bergamo, Venezia, Lamezia Terme e Genova sono le uniche città a non avere un sistema di connessione veloce su ferro che colleghi l’area metropolitana con i propri aeroporti SNIT di 1° livello, .
Nel piano di lungo periodo previsto dal Def tutti gli aeroporti inclusi nella rete SNIT di 1° livello, saranno oggetto di progetti di fattibilità rispetto al miglioramento del livello di accessibilità ferroviaria. Grandi interventi riguarderanno la connessione ferroviaria all’aeroporto di Fiumicino, Venezia, Bergamo e Catania.
La fermata Fontanarossa, a servizio dello scalo etneo, risulta tra i progetti finanziati dal ministero e i lavori si dovrebbero concludere entro il 2020: la fermata provvisoria di Fontanarossa dovrebbe essere realizzata nei pressi della rotonda della Guardia Costiera e sarebbe a totale carico della RFI per un costo di 5 milioni di euro.
foto di copertina: nuovo treno Hitachi Rail Italy, metropolitana di Genova
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