Il Nobel per la Pace 2016 alla bicicletta, la candidatura parte dall’Italia

L’idea è nata nel corso della trasmissione radiofonica Caterpillar di Rai Radio2 ed è stata subito accolta con entusiasmo da migliaia di ciclo-attivisti militanti in associazioni e movimenti che si battono perché anche l’Italia si converta ad una mobilità nuova e più sostenibile.

 “…la bicicletta è il mezzo di spostamento più democratico a disposizione dell’umanità, non causa guerre, non inquina, fa bene al corpo e alla mente”

Il movimento nazionale Salvaiciclisti, ma anche la Fiab (Federazione Italiana amici della Bicicletta) che, con la sua presidente nazionale Giulietta Pagliaccio, era a Milano il 16 gennaio scorso quando la ciclista Paola Gianotti, reduce dal giro del mondo, è partita in sella alla sua bici per portare la candidatura della bicicletta al Premio Nobel per la Pace alla commissione di Oslo.

A destra la presidente Fiab Giulietta Pagliaccio, a sinistra Paola Gianotti.  foto di Nicodemo Valerio,
A destra la presidente Fiab Giulietta Pagliaccio, a sinistra Paola Gianotti.
foto di Nicodemo Valerio

Abbiamo rivolto alcune domande proprio a Giulietta Pagliaccio che conosciamo e stimiamo per aver condotto numerose battaglie a favore della mobilità sostenibile: la campagna #30elode per ottenere il limite dei 30 chilometri orari nei centri urbani o quella per promuovere il cicloturismo come risorsa turistica per il nostro paese e per aver partecipato come stakeholder  alla riforma del Codice della Strada.

Perché il premio Nobel per la Pace dovrebbe andare alla bicicletta?

Quoto, come si usa dire oggi, quanto detto dai due conduttori – Cirri e Zambotti – della trasmissione Caterpillar, cui si deve il merito del successo di questa iniziativa: “…la bicicletta è il mezzo di spostamento più democratico a disposizione dell’umanità, non causa guerre, non inquina, fa bene al corpo e alla mente”. E aggiungo che in tante realtà del nostro pianeta è il mezzo di trasporto che permette a tanti di potersi costruire un futuro attraverso l’istruzione e la civiltà si salva con la cultura e l’educazione dei popoli.

In che modo la Fiab ha sostenuto l’iniziativa?

Molte delle nostre associazioni sono diventate punti di raccolta delle firme necessarie, oltre a diffondere l’iniziativa in ogni modo possibile.

Qualche mese fa sei venuta a Catania in occasione di una Conferenza per la Mobilità Sostenibile. Ti è piaciuta la nostra città?

Io amo la Sicilia: è una terra straordinaria e meravigliosi sono i suoi abitanti. Ho avuto modo di visitarla, in altri momenti, anche in bicicletta ed è un vero peccato che non pensi di investire pesantemente sul cicloturismo: la vostra regione è una vera miniera da scoprire.
Catania è bellissima, ma lo sarebbe molto di più se la si potesse vedere: si perde tutta la magnificenza del suo patrimonio artistico nascosto da auto in sosta.

Pensi che il Nord sia un po’ più avanti rispetto al Sud nel cammino verso una mobilità nuova e più sostenibile?

Non è una novità che esiste un divario tra nord e sud su molti temi, compreso quello delle politiche per la mobilità sostenibile. Tuttavia il sud Italia ha anche delle inaspettate capacità di riscatto: sono certa che saprà stupirci prima o poi anche sul tema della mobilità sostenibile.

Pensi che per il cambiamento occorre una volontà politica o è necessario che il cambiamento parta dal basso?

Non c’è cambiamento senza le persone che lo attivano, dentro e fuori la politica. La politica ha delle grandi responsabilità, ma quando i cittadini che chiedono una nuova mobilità si moltiplicano la politica dovrà adeguarsi. Ecco perché è importantissimo il ruolo di associazioni come FIAB nella diffusione della cultura della bicicletta. E il cambiamento culturale – si sa-  ha bisogno di tempi lunghi: a noi non farci scoraggiare.

Se qui in Sicilia qualcuno volesse associarsi alla Fiab a chi dovrebbe rivolgersi?

In Sicilia abbiamo associazioni ad Agrigento, Catania, Palermo, Gela, Ragusa, Siracusa, Trapani, Trecastagni, Vittoria (i contatti qui).
Ma se l’associazione non c’è nella vostra città, si può sempre pensare di costituirne una oppure iscriversi on line per dare sostegno alla Federazione e con pochi clic ci dai una mano a costruire città più belle. Insieme e in tanti ce la facciamo a cambiare il Paese!

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