A Catania non si finisce mai di stupirsi. Così, mentre tanti cittadini e associazioni civiche si sgolano per chiedere il rispetto della legalità e di orientare lo sviluppo della città verso modelli di mobilità sostenibile (come ormai avviene sistematicamente in tutte le altri grandi città italiane ed europee), con misure atte a scoraggiare il traffico gommato privato e a privilegiare trasporto pubblico e mobilità dolce caratterizzata da pedoni, ciclisti e altri nuovi mezzi come monopattini elettrici, chiaramente con un miglioramento infrastrutturale dei tessuti urbani, c’è chi invece chiede di non elevare contravvenzioni e consentire la sosta selvaggia per favorire lo shopping natalizio. E questa richiesta viene addirittura formulata ufficialmente, come se fosse una cosa normale e del tutto lecita.
L’assurda istanza è stata avanzata da Lorenzo Costanzo, segretario della Cidec (Confederazione Italiana degli Esercenti Commercianti), come riporta la nota apparsa sul quotidiano La Sicilia nell’edizione del 9 dicembre 2020. In particolare, la richiesta mira a far sospendere l’utilizzo dello Street Control sino al 7 gennaio, in modo che i clienti dei negozi possano parcheggiare davanti alla bottega “per pochi istanti, per far compere senza timori”.
Francamente dover commentare una nota ufficiale del genere è qualcosa che non è normale nel 2021. Chi avanza questa richiesta sta, di fatto, chiedendo di permettere azioni che non sono solo illegali (peculiarità già di per sé sufficiente), ma che nuocciono gravemente al sistema della mobilità urbana, al traffico, alla vivibilità degli spazi pubblici e alla salute delle persone. Immaginiamo, ad esempio, via Umberto, già piagata dalla sosta selvaggia: ogni sosta in doppia fila “per pochi istanti” viene continuamente rimpiazzata da altre auto, con una doppia fila che diventa quindi costante, generando così colonne di traffico che possono essere smaltite solo invadendo, controsenso, la corsia preferenziale dei mezzi pubblici, rallentandone enormemente i tempi di percorrenza del tragitto, rendendoli meno efficienti e quindi penalizzando chi si avvale della rete bus urbana.
Lo “street control”, tra l’altro, è uno strumento utilissimo, purtroppo già ampiamente sottoutilizzato, il cui impiego costante e incrementato sarebbe di grosso aiuto per scoraggiare pessime abitudini e frequenti infrazioni del codice della strada che fanno di Catania una “giungla urbana”.
Richieste sensate, invece, vorrebbero tutto l’opposto: per rimanere sull’esempio di via Umberto, almeno il tratto tra piazza Ettore Majorana e via Etnea andrebbe pedonalizzato (come peraltro richiesto da numerosi commercianti), divenendo così molto più attraente per i clienti dei negozi (come -guarda caso- avviene nella via Etnea chiusa al traffico). Andrebbe richiesto un potenziamento dei mezzi pubblici (mentre si è assistito, ad esempio, alla chiusura della metropolitana il giorno dell’Immacolata, con il centro storico congestionatissimo e pieno di avventori) o comunque un incentivo a ricorrere a forme diverse dal mezzo privato, quantomeno per le aree più centrali della città. Appare desolante, dunque, constatare che i commercianti siano invece rappresentati da chi ha una visione della città che si può definire, a voler essere buoni, anacronistica.
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Questa è una delle più grandi idiozie che abbia letto in vita mia. E’ un po’ come dire, siccome ci sono troppi furti, aboliamo il reato che lo punisce. Cioè a Catania il problema della sosta selvaggia è a livelli esasperanti, e questo mi parla di abolire le sanzioni.
Capisco che per i commercianti del centro è da tempo un periodo negativo. Ma per quanta comprensione uno possa avere per il loro disagio, non possono uscirsene con proposte deliranti. Piuttosto se la prendano con la politica che per motivi clientelari ha favorito l’apertura di ben 5 centri commerciali attorno a Catania tra il 2005 e il 2011. Una concentrazione eccessiva che non ha portato alcun beneficio alla nostra economia e in termini occupazionali, ma che hanno causato solo cementificazione e messo in ginocchio le attività commerciali in città. Di questi 5 centri commerciali, se ne potevano aprire al massimo due, ovvero Porte di Catania al Pigno e Katané a Gravina, ma per il resto parliamo di strutture inutili e superflue.
Purtroppo il commerciante in generale ha scarsa sensibilità in fatto di decoro e ordine urbano. E non solo a Catania, cito un fatto accaduto a Paternò. Nel 2012, la locale Confcommercio ha chiesto ed ottenuto dall’amministrazione comunale l’eliminazione della ZTL introdotta nel 2009 nel tratto basso della principale strada del centro storico, la Via Vittorio Emanuele, fino a Piazza Regina Margherita, perché secondo loro il mancato passaggio delle auto nella strada gli impediva di avere clienti. Un’emerita sciocchezza, perché se andate da quelle parti potete notare come la maggior parte delle botteghe sono sfitte e c’è una vergognosa sosta selvaggia delle auto.
Ma perche “si fanno” multe a Catania? Non credo proprio, piuttosto vedo che infrazioni di ogni genere vengono ampiamente tollerate.