Un atto soprattutto simbolico, ma con risvolti pratici importanti per catanesi, turisti e crocieristi, quello che nel 2016 aveva visto eliminare l’alta ringhiera che delimitava buona parte del lato nord della cinta portuale, tra gli Archi della Marina e il piazzale della Capitaneria di Porto di Catania, con l’apertura di frequenti varchi che per la prima volta rendevano permeabile alla vista, ma anche alle gambe, il porto della città. Accessi, da allora, utilizzatissimi da cittadini e turisti, in grado di far risparmiare diversi minuti di camminata, soprattutto provenendo dalla zona del Duomo, e di poter vedere e “sentire” il mare senza dover passare da un cancello.
Un processo di apertura che era cominciato e che sarebbe dovuto continuare ma che, oggi, registra un deciso passo indietro: tutti questi accessi, infatti, in queste ore stanno venendo murati. Tutti, eccetto uno, che viene comunque ristretto nel passaggio.
Un atto simbolico… al contrario? Segnale che la volontà politica dominante sul rapporto tra mare e città, oggi, è cambiato? Di certo, psicologicamente, l’effetto è che da oggi si vede nuovamente un muro ininterrotto tra il porto e il centro storico e che, inevitabilmente, l’accesso allo scalo è un po’ meno semplice di prima.
Guardando gli atti pubblicati dall’Autorità di Sistema Portuale, l’intervento potrebbe ricondursi alla delibera numero 113/18 del 13 novembre 2018, dove si approva la nuova perizia tecnica redatta dall’Area Grandi Infrastrutture relativa ai lavori di manutenzione della pavimentazione del sedime portuale di Catania mediante fornitura e collocazione di asfalto, ripristino di un tratto del muro di cinta e fornitura e collocazione di chiusini e griglie per lo scolo delle acque. Tuttavia, il muro di cinta, in premessa, era citato come “tratto di muro perimetrale incidentato”, il che farebbe pensare a un altro tratto di muro in altra zona del porto. Negli atti successivi, e precisamente verbale di seduta del 25 marzo 2019 e successiva delibera numero 45/19 del 13 maggio di quest’anno, il muro di cinta, inoltre, non viene più citato.
A distanza di circa tre anni dall’inizio del processo di apertura del porto, un inizio, lo ricordiamo, soprattutto simbolico ma anche, evidentemente, pratico, sarebbe stato bello poter scrivere di ulteriori passi avanti piuttosto che registrare questa clamorosa marcia indietro.
AGGIORNAMENTO ore 19:15
Il Sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ha richiesto chiarimenti al presidente dell’Autorità portuale, Andrea Annunziata, in merito alla questione di cui l’amministrazione comunale era all’oscuro. Il Presidente Annunziata ha specificato che l’intervento è stato mosso da “imprescindibili ragioni di sicurezza e dal sollecito dalla Capitaneria”, motivate dalla necessità di inibire l’accesso a motociclette e scooter.
Va detto, però, che i varchi erano già dotati di dissuasori tali da consentire il passaggio ai pedoni e non ai mezzi a due ruote, come testimoniato da abituali frequentatori del porto. La spiegazione, dunque, appare poco convincente, ma se anche l’intento fosse quello di impedire ogni possibile accesso a due ruote attraverso questi varchi, resta il fatto che in questo modo si è inibito anche ai pedoni. Sarebbe stato probabilmente più semplice e più economico riposizionare in modo più efficiente i dissuasori o dotare i varchi di tornelli girevoli, su modello di quelli presenti lungo il marciapiede attorno al Palazzo di Giustizia della città, tali da permettere il passaggio ai pedoni ma non ad ogni altro mezzo.
Il sindaco, in ogni caso, avrebbe chiesto e ottenuto l’apertura, in futuro, di varchi pedonali in aggiunta a quelli (ben pochi, adesso) esistenti lungo il muro di cinta portuale.