Giornate FAI di primavera 19 e 20 marzo: i luoghi da visitare

Tornano in 380 città italiane le Giornate FAI di Primavera, la storica manifestazione del FAI. Una grande festa di piazza dedicata ai beni culturali. Un’occasione unica per scoprire luoghi solitamente chiusi al pubblico e sentirsi parte di un’Italia diversa creata dagli 8,5 milioni di persone che in questi anni hanno dimostrato di amare e di riconoscersi nell’immenso patrimonio culturale custodito nel nostro Paese.Chiese, ville, borghi, palazzi, aree archeologiche, castelli, giardini, archivi storici: sono oltre 900 i luoghi aperti con visite a contributo libero in tutte le Regioni grazie all’impegno e all’entusiasmo delle Delegazioni e dei volontari del FAI.

Ecco cosa si può vedere a Catania:

ISTITUTO CIECHI “ARDIZZONE GIOENI”

l’Istituto per Ciechi “Ardizzone Gioeni”, ospitato in un palazzo neogotico caratterizzato da una cappella arricchita di decori e un magnifico portico.

Il barone Tommaso Ardizzone Gioeni (1803-1894), filantropo catanese, decise di lasciare tutti i suoi beni per la costruzione di un Istituto per ciechi. Il progetto fu redatto dall’architetto Filadelfo Fichera, ma essendo questi prematuramente scomparso nel 1909, l’opera fu diretta da suo figlio Francesco, anch’egli prestigioso architetto. L’edificio, realizzato in stile neogotico allora molto in voga, secondo la volontà del testatore, doveva essere funzionale e dotato di tutti gli ausili necessari sul modello di analoghi istituti sorti all’epoca nelle grandi città europee. L’Istituto fu inaugurato il 30 maggio 1911 alla presenza dei sovrani d’Italia. All’interno, oltre al magnifico portico, si può ammirare anche la splendida cappella, edificata in un secondo momento sempre in stile neogotico, decorata dalle sculture di Giuseppe Lazzaro e dai dipinti di Vito Musumeci.

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

ATELIER CARMELO MENDOLA

Carmelo Mendola, catanese, (1895-1975) scoprì a 40 anni, la sua passione per l’arte, che determinò una svolta fondamentale nella sua vita, quando decise di dedicare il resto della sua esistenza alla nuova passione: la scultura. Sua opera più nota la famosissima fontana dedicata ai Malavoglia, sita in piazza Giovanni Verga, la cui vicenda procurò all’artista notevoli amarezze, perché gli ambienti artistici ufficiali si opposero alla collocazione di una scultura realizzata da un autodidatta. Carmelo Mendola non si separava mai dalla sue opere, se non per donarle, per cui, nel corso del tempo, esse divennero un numero così cospicuo da porre il problema della loro conservazione. Lo scultore catanese, nel 1963, decise, con la collaborazione dell’ing. L. Patanè, di progettare una casa-museo in cui vivere con la sua famiglia e adibire lo spazio al pian terreno a museo permanente della sua produzione.

La casa atelier dello scultore Mendola dove vive tutt’ora la famiglia, sarà aperta per la prima volta in assoluto e solo per gli iscritti al FAI.

È stata scelta perché di grande interesse dal momento che conserva tantissime opere dello scultore alcune addirittura inedite. Mendola, notoriamente, non si separava mai dalle sue opere se non per donarle, per cui nel corso del tempo, esse divennero un numero così cospicuo da porre il problema della loro conservazione. Lo scultore catanese, nel 1963, decise, con la collaborazione dell’ing. L. Patanè, di progettare una casa-museo in cui vivere con la sua famiglia e adibire lo spazio al pian terreno a museo permanente della sua produzione .a cui si aggiungono altresì significative opere della figlia Ileana anch’essa artista per la quale fu determinante l’incontro con la produzione di Alberto Burri: i famosi “Sacchi” produrranno una maturazione nella consapevolezza dell’artista che si aprirà alla sperimentazione di nuove forme espressive.

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica: 9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Via Bronte, 38

PALAZZO DEL TOSCANO

Sicilia_Catania_Palazzo_del_Toscano_1Fu costruito tra il 1866 ed il 1878 su progetto dell’architetto napoletano Enrico Alvino per la famiglia Paternò, marchesi del Toscano e duchi di Roccaromana. Lo stile è squisitamente neo rinascimentale e l‘edificio è tra i pochi in città a riempire un unico grande isolato. Le strutture del piano terra e del piano primo non sono ottocentesche ma del secolo precedente. Infatti la famiglia Tedeschi Bonadies, baroni di Villermosa, avevano iniziato a costruire colà la propria magione, su progetto di Giovan Battista Vaccarini, ma non la portarono a compimento. Per l’estinzione di tale famiglia, l’edificio passò ai Paternò del Toscano. Dell’edifico vaccariniano se ne vede uno scorcio in una famosa guache disegnata da Jean Houel. È grandioso lo scalone d’onore, mentre per i decori furono chiamati i migliori artisti disponibili in quel momento sulla piazza catanese, da Alessandro Abate a Giuseppe Sciuti.

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

TERME ROMANE DELLA ROTONDA

Le Terme della Rotonda sono strutture termali di epoca romana, datate al I-II secolo d.C. e site nel centro storico di Catania. Sul sito nacque anche una chiesa di probabile origine bizantina dedicata alla Vergine Maria. La singolare struttura architettonica, una grande cupola sorretta da possenti contrafforti posta su un ambiente quadrato, ha conferito l’appellativo di Rotonda al complesso ecclesiastico, spesso indicato col toponimo de La Rotonda nelle planimetrie Cinque e Seicentesche. La struttura termale è stata solo di recente interpretata come un grande complesso di edifici quadrangolari connessi tra loro e con lo stesso orientamento. Tra essi emerge una grande sala absidata- forse un frigidarium – orientata in direzione nord – sud, databile alla prima fase delle terme; sul lato est si appoggia un grande ambiente a ipocausto di cui rimangono le suspensurae che dovevano reggere un pavimento mosaicato di cui pure si sono rinvenute esigue tracce e identificabile come calidarium. Le dimensioni di quest’ultimo testimoniano una monumentalizzazione dell’area. In un secondo momento (intorno al V-VI secolo d.C.) il complesso venne ripartito in più ambienti di minori dimensioni, mentre a ovest della grande sala absidata, un vasto ambiente pavimentato con grandi lastre marmoree si presentava intaccato da diverse sepolture. A sud si aprono diversi altri ambienti appartenenti alla fase di II-III secolo, due piccoli ambienti circolari pertinenti forse ad un tepidarium. Altri ambienti quadrangolari proseguono a nord, all’interno della chiesa che in parte si appoggia alle strutture romane.

La struttura più appariscente è tuttavia quella dell’ex chiesa di Santa Maria della Rotonda. L’ambiente in pianta quadrata presenta due aperture – una a sud con un portale in calcare del Cinquecento, l’altro a ovest in pietra lavica del Duecento – e due aree presbiterali: un presbiterio quadrato in forma di triclinium circondato da angusti corridoi che fungono da deambulacro si apre verso nord, mentre a est è un piccolo catino absidale di cui rimane un piccolo alzato. All’interno del vano quadrato se ne colloca uno circolare dal diametro di 11 metri e chiuso a cupola, Nei quattro angoli si aprono altrettanti nicchioni, le cappelle, in comunicazione con l’ambiente circolare attraverso arconi in pietra lavica. Sopra la cupola un singolare lucernaio ad archetto fungeva forse da piccolo campanile. Fino agli anni ’40 si poteva osservare una merlatura decorativa intorno al suo perimetro. A est della struttura si aprivano alcuni ambienti, tra cui la sagrestia della chiesa, danneggiati dai bombardamenti e ricostruiti nell’ultima campagna di lavori per ricavarne un piccolo ambiente per l’organizzazione delle visite.

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

TEATRO ROMANO

Teatro di epoca romana, capace di 7.000 posti a sedere, sovrapposto ad una analoga più piccola struttura di epoca greca, della quale è di recente venuto alla luce qualche elemento. Fino agli anni ’30 del Novecento era nascosto e sormontato da numerose abitazioni, talune prestigiose come Palazzo Gravina Cruyllas, altre appartenenti alla media borghesia, altre ancora poverissime. Liberato quasi del tutto da tali sovrastrutture, adesso sono visitabili la cavea, due ambulacri ed alcuni vomitori. È altresì visitabile un Odeon, utilizzato in epoca romana per le prove o per delle semplici recite. All’interno di un edificio ottocentesco sovrapposto alla scena è stato ricavato un “antiquarium”, mentre Casa Liberti, abitazione signorile del medesimo periodo, in parte sovrapposta al teatro, è stata restaurata ed adibita a luogo di esposizione di quanto trovato durante i lavori di scavo.

Orario sabato: 9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica: 9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

TERME DELL’INDIRIZZO

Sicilia_Catania_Terme_dell_Indirizzo_1Le Terme dell’Indirizzo si affacciano su Piazza Currò, nella parte settecentesca della città di Catania. Si tratta di resti di un complesso termale romano risalenti al II secolo d.C.

Il complesso comprende un calidarium ed un frigidarium, le caldaie per il riscaldamento dell’acqua e dell’aria e parte delle strutture idrauliche. Altri ambienti accessori si osservano a livello delle fondamenta.

La dizione “Indirizzo” si riferisce al vicino e ormai scomparso settecentesco convento carmelitano di Maria Santissima dell’Indirizzo e all’omonima chiesa, così denominati per un miracolo che avrebbe salvato il viceré di Sicilia, Pietro Girone, duca di Ossuna, nel 1610. Sorpreso da una tempesta mentre si avvicinava alla costa durante la notte, venne salvato da una luce votiva di detto convento che lo “indirizzò” al porto.

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

POZZO DI GAMMAZITA

Il Pozzo di Gammazita è un ampio antro verticale, profondo 10 metri e mezzo, ricavato tra le lave dell’Eruzione del 1669, per riportare alla luce una preziosa vena d’acqua utilizzata dalla gente del quartiere. Lo stato dei luoghi antecedente l’eruzione si osserva in una veduta a volo d’uccello, disegnata negli ultimi decenni del Cinquecento e stampata da Georg Braun nel 1598. In tale stampa si vedono chiaramente tre rivoli d’acqua che scorrono proprio al di sotto della cinta muraria che avvolge la città, nel tratto compreso tra il Bastione di Santa Croce e la Porta dei Canali, gettandosi poi in mare lungo un breve tratto di spiaggia sabbiosa. Nel giugno del 1669 la lava coprì il quartiere fino ad accostarsi alle mura della città. I catanesi si misero all’opera e, asportando grossi blocchi di lava, fecero tornare alla luce il rivolo d’acqua che oggi vediamo in fondo al pozzo e resero l’acqua facilmente nuovamente disponibile per la popolazione.

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

LICEO MUSICALE “VINCENZO BELLINI” EX ISTITUTO “SACRO CUORE”

Orario sabato:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 – 13.00/ 15.30 – 18.30

Acireale

TEMPIO ROMANO DI CAPO MULINI

Orario sabato:9.30 –13.00 / 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 –13.00 / 15.30 – 18.30

 

AREA ARCHEOLOGICA DI SANTA VENERA AL POZZO

Sicilia_Acireale (CT)_Area Archeologica Santa Venera al pozzo (2)L’area archeologica di Santa Venera al Pozzo occupa un ampio terrazzamento (ca. 9 ettari) posto a ca. 4 km dal mare, nell’entroterra di Capo Mulini. Il culto delle acque, di cui è ricco il territorio, e la presenza di fonti di acque sulfuree (che alimentano le moderne Terme di Acireale) è alla base della frequentazione ininterrotta sin dalla Preistoria dell’area archeologica, dapprima come luogo sacro e poi anche come insediamento abitativo. Scavi condotti dalla Soprintendenza di Catania a partire dal 1987 hanno portato alla luce nuove parti dell’edificio termale, i resti del recinto dell’area sacra attorno alla fonte, di un tempietto, di una dimora signorile con pavimenti a mosaico e di numerose fornaci per la produzione di ceramica, che testimoniano il ruolo fondamentale di questo centro nella fitta rete di scambi commerciali che dalla zona circostante si muoveva verso Capo Mulini, dove era il porto di caricamento per l’esportazione di merci locali. Il nome Acium è testimoniato anche dall’Itinerario Antonino del III secolo d. C. (una sorta di mappa stradale dell’impero romano). Il sito ebbe un nuovo impulso in età medievale, grazie anche alla edificazione della chiesa che dà il nome alla contrada (prime notizie certe del XII sec.; secondo una leggenda locale qui sarebbe stata decapitata santa Venera) e alla presenza di 15 mulini ad acqua. L’area archeologica è arricchita da un Antiquarium (ospitato in un’antica casa rurale) dove sono esposti numerosi reperti delle campagne di scavo.

Orario sabato:9.30 –13.00 / 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 –13.00 / 15.30 – 18.30

FARO DI CAPOMULINI

La re-istituzione del Parco Archeologico della Valle delle Aci, abrogato nel 2013, potrebbe salvaguardare il territorio ricchissimo di testimonianze archeologiche dall’avanzare della speculazione edilizia.

Orario sabato:9.30 –13.00 / 15.30 – 18.30

Orario domenica:9.30 –13.00 / 15.30 – 18.30

Caltagirone

CASA MUSEO LUIGI CAPUANA

L’Archivio Storico è ubicato nell’ala ovest dell’atrio del Palazzo Comunale ex Collegio dei Gesuiti. Conserva più di ottocentomila carte che coprono, pur con qualche lacuna, un arco temporale che va dal 1409 al 1960. Comprende gli atti della Corte Giuratoria, Secreziale, Civile, di Prima Appellazione, Capitaniale, Vicariale, Militare, Senatoria; dell’Amministrazione Preunitaria (1819-1860); dell’Amministrazione Comunale dal 1861 al 1960; degli archivi aggregati E.C.A., Anagrafe Bestiame e Patronato Scolastico. Tra gli atti si segnala la presenza di alcune pergamene databili tra il 1330 e il 1564; di importanti privilegi che testimoniano la rilevanza della città di Mineo all’interno del Demanio Regio. Di particolare rilevanza storica è il “Riscatto”, contratto con il quale la città ottenne nel 1542 da Carlo V molti privilegi fra cui il “Mero e Misto Impero” e il titolo di “Giocondissima”. Il notevole patrimonio documentario dell’Archivio Storico rappresenta una preziosa testimonianza, immediata e diretta, per lo studio della vita politica, amministrativa, sociale ed economica di Mineo e del suo territorio. L’istituzione conserva una cospicua documentazione riguardante l’esperienza amministrativa di Luigi Capuana e delle iniziative successive alla sua morte che l’Ente e il Comitato dei Cittadini intraprese per onorarne la memoria.

Orario sabato:9.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00

Orario domenica:9.30 – 13.00 / 15.30 – 19.00

CASA NATALE DI DON LUIGI STURZO

La casa/museo dei baroni di Altobrando in cui nacque Don Luigi Sturzo, statista e uomo politico di fama internazionale, antifascista e fondatore del Partito Popolare, custodisce gli arredi originari, cimeli ed oggetti a lui appartenuti e la ricca biblioteca di famiglia.

Orario sabato:10.00 – 13.00 / 16.30 – 18.30

Orario domenica:10.00 – 13.00 / 16.30 – 18.30

CHIESA S. DOMENICO O S. ROSARIO

Sebbene presenti a Caltagirone dal 1507, i Frati Domenicani iniziarono a costruire il loro complesso nel sito attuale, a partire dal 1640. Distrutta la chiesa dal terremoto del 1693, venne ricostruita lentamente e completata solo nel 1801 sotto la direzione dell’architetto Carlo Maria Longobardi. L’interno ad unica navata è arricchito di opere d’arte, tra cui vari dipinti dei pittori locali, fratelli Vaccaro, e la statua della Madonna del Rosario di Antonino Gagini del 1542.

Orario sabato:10.00 – 13.00 / 16.30 – 18.30

Orario domenica:10.00 – 13.00 / 16.30 – 18.30

LICEO ARTISTICO DESIGN CERAMICO

L’istituto d’Arte, in cui si sono formati i migliori ceramisti calatini e di cui ne fu direttore il Prof. Antonino Ragona, famoso Ceramologo, si trova nell’ex Chiesa Del Convento di S. Gregorio. Esso fu istituito per volontà di Don Luigi Sturzo, nel periodo in cui fu prosindaco di Caltagirone, per tramandare e valorizzare l’antica attività per la quale la città era famosa. L’istituto aprirà i suoi locali ed in particolare quelli in cui si trovano gli antichi strumenti di lavoro ed i laboratori in cui gli studenti daranno testimonianza della propria competenza.

Orario sabato:10.00 – 13.00 / 16.30 – 18.30

Orario domenica:10.00 – 13.00 / 16.30 – 18.30

Giarre

IL BAROCCHETTO SICILIANO: CHIESA DELL’ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI

La Chiesa dell’Oratorio di San Filippo Neri è stata costruita nella seconda metà del Settecento ed è legata all’insediamento in città nel 1762 dei Padri Filippini, che si dedicarono in particolare all’educazione dei giovani. E’ uno dei rari esempi di barocchetto sicailiano nella provincia di Catania, e questo le conferisce un’importanza strategica. E’ formata da una sola navata e di piccole dimensioni: conserva alcuni dipinti fra i quali la ‘Vergine della Purità’ a cui la chiesa è dedicata ed un quadro raffigurante Sant’Isidoro in preghiera.

Orario sabato:10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00

Orario domenica:10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00

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