Domenica scorsa alla Villa Bellini, durante il Catania Bike Festival 2015, si è svolto l’ultimo degli incontri/dibattiti pubblici sul tema della mobilità organizzato da #Salvaiciclisti.
È pratica consolidata della politica di mestiere quella di menare il can per l’aia mettendo sul tavolo sempre nuove questioni, non importa se e quanto realisticamente fattibili, alimentando quell’alzheimer sociale di cui tutti siamo inesorabilmente affetti, pur di distogliere l’attenzione dai vecchi nodi irrisolti o da quelli in via di risoluzione ma di cui risulta impossibile rivendicare il merito.
Nel caso di #sic, poi, più di un’occasione formidabile per passare un grosso colpo di spugna l’abbiamo fornita noi stessi, prima fra tutte il “Lungomare Liberato“, esperienza estremamente positiva sotto vari punti di vista, ma comunque marginale e sulla quale però, ho l’impressione, si stia tentando abilmente di spostare troppa attenzione.
Il report che vi propongo, da noi già discusso all’incontro/dibattito durante il Bike Festival dell’anno scorso, sembrerà un po’ datato, ma personalmente non ho molti nuovi argomenti da aggiungere, visto che, a proposito dei vecchi nodi irrisolti che contiene, nell’ultimo paio d’anni non è stato fatto mezzo passo avanti, ma anzi, in alcuni casi, qualche passo indietro:
#Salvaiciclisti – 1 anno di attività a Catania
Mi soffermo qua, rapidamente, su alcuni di questi punti:
- corsie preferenziali: siamo ancora fermi alla fase di ‘sperimentazione’ avviata quasi tre anni fa, in compenso la segnaletica non solo non è stata mai completata, ma è quasi completamente sparita. L’istanza presentata a marzo di quest’anno, diretta all’Ufficio del Traffico Urbano e all’Assessore alla Mobilità, per la manutenzione della segnaletica delle corsie promiscue attende ancora risposta.
- rastrelliere: a distanza di due anni dalla posa in opera delle rastrelliere donate con un cospicuo sforzo dai commercianti che ci hanno sponsorizzato, dei riquadri pubblicitari promessi non si vede traccia;
- via Etnea: come ogni anno, dopo Sant’Agata, non v’è alcun altro modo di rivedere aperta la via Etnea al transito delle bici se non vari mesi dopo, quando finalmente qualcuno di noi solleva lo “scandalo”;
- punti critici: da noi individuati e segnalati tramite una mappa online costruita in collaborazione con la precedente amministrazione, non solo non sono mai stati considerati, ma sono anche tristemente aumentati (leggi: Tondo Gioeni).
La politica ha ancora, e questa volta platealmente, dimostrato di prediligere la tattica della memoria corta – alcune vette vertiginose sono state raggiunte quando si è parlato dell’abolizione del Centro Contemporaneo, quando si è arbitrariamente affermato che il PGTU non è applicabile perché “scaduto” e, dulcis in fundo, quando si è maldestramente tentato di far passare che “questa è la prima amministrazione ad aprire al dialogo coi cittadini” – ma noi cercheremo di rinfrescargliela, sempre.