Il progetto “Pedibus” è stato illustrato, durante la 1° Conferenza sulla Mobilità Sostenibile, da Andrea Marconi, Mobility Manager I.C. “Ligabue” del Comune di Reggio Emilia, il quale ci ha rilasciato anche un’intervista. Vediamo quali sono i punti di forza e le modalità per far partire, anche a Catania, questo importante strumento.
A Reggio Emilia il progetto “andiamo a scuola in BiciBus e PediBus” è nato nel 2003 nell’ambito del progetto “A scuola da soli in sicurezza” coordinato dal Comune di Reggio Emilia, Servizio Politiche per la Mobilità e Ufficio Mobilità ciclabile, in collaborazione con l’Associazione “Tuttinbici–FIAB”, producendo numerosi risultati positivi. ll BiciBus è formato da gruppo di scolari che va e torna da scuola accompagnato in bicicletta da genitori volontari lungo percorsi prestabiliti, messi in sicurezza, segnalati da scritte a terra facilmente individuabili da bambini e automobilisti.
Il PediBus è una carovana di bambini, accompagnata da genitori volontari, che va a scuola insieme camminando lungo un percorso prestabilito. Entrambi i progetti raggiungono importanti obiettivi: i bambini socializzano e si muovono, si riduce l’inquinamento, si ottiene un risparmio energetico e si acquisisce una maggiore consapevolezza dei pericoli stradali oltre ad insegnare a i bambini a orientarsi nel quartiere di appartenenza.
A Catania invece lo stesso nome è stato dato al riduttivo servizio, svolto da pensionati retribuiti dal Comune, che consiste nella vigilanza dei punti di attraversamento stradale in prossimità delle scuole finanziato dal Ministero Dell’Ambiente con una somma di 135.000 Euro .
La variante catanese del Pedibus non riprende minimamente il progetto esistente in Italia ed in Europa, ma oltretutto non migliora la sicurezza dei pedoni e non salvaguarda la salute dei bambini; nel frattempo i nostri bambini respirano smog e camminano nel caos e tra le auto.
Basterebbe coordinare i dirigenti scolastici gli insegnanti e i genitori e l’inferno davanti le nostre scuole scomparirebbe insieme alle auto in terza e quarta fila davanti al naso dei bambini.