La Sicilia è una terra baciata dal sole e “nessuno avrebbe potuto prevedere una settimana di piogge di quella intensità“. A detta dei tecnici, con il supporto della protezione civile, il cedimento del pilone del viadotto Himera è da addebitarsi esclusivamente alle piogge cadute tra il 17 febbraio e il 9 marzo.
A un mese dal cedimento, dopo le prime dichiarazioni quasi euforiche di interventi immediati, tutto rimane immutato. I lavori della bretella non sono cominciati, tanto meno quelli della demolizione del viadotto e della sua relativa ricostruzione.
Il Governo Regionale dice che servono 345 milioni di euro e aspetta che il Consiglio dei Ministri proclami lo stato d’emergenza. Il governo centrale risponde che sono troppi e non ritiene sufficiente la relazione della protezione civile.
Per il momento, quindi, si limiterà a versare 300 milioni di euro che serviranno a demolire il viadotto e a realizzare una bretella di collegamento provvisoria, ma questo solo dopo la proclamazione dello stato di calamità che dovrebbe avvenire venerdì.
Delrio si è inoltre riservato di scegliere un proprio commissario per gestire l’emergenza, estromettendo di fatto la Regione Siciliana.
Intanto lo scaricabarile rischia di provocare una paralisi del trasporto merci con i camionisti che annunciano blocchi dal 25 al 29 maggio in attesa che qualcuno si assuma le proprie responsabilità.
Delrio? Forse si voleva dire delirio…