Nel 2015 si è finalmente sbloccato l’iter per la costruzione di una nuova pista di 3.100 metri che consentirà l’atterraggio e il decollo dei voli transcontinentali a pieno carico: la nuova pista passerà sopra i binari interrati e avrà una coda lievemente rialzata; costo dell’operazione sarà di circa 180 milioni di euro di cui 30 milioni a carico della Sac e 150 milioni a carico delle Ferrovie dello Stato.
Ma potrebbe non essere l’unica soluzione: riceviamo e pubblichiamo la proposta dell’ingegnere M.F.V. Baljet.
Come è stato fatto in altri posti nel mondo, ad esempio nell’isola di Bali in Indonesia (la foto di copertina mostra la penisola artificiale), per mancanza di spazio le piste degli aeroporti possono essere allungate verso il mare.
Nel caso dello scalo etneo, applicando questa soluzione, in rapporto agli attuali progetti si potrebbero risparmiare soldi e tempo.
Come si vede nelle immagini allegate ci sono due opzioni:
- Creare due sottopassaggi (la SS 114 e Viale Presidente Kennedy): un intervento modesto rispetto a quello sulla ferrovia e la tangenziale, poiché le due strade si trovano già sei metri sotto il livello della pista esistente.
- Un unico sottopassaggio per la SP 53 var (Viale Presidente Kennedy) con apposito collegamento con la SS 114 al lato sud della pista allungata.
Per un’azienda come l’olandese Royal Boskalis Westminster N.V. sarebbe un progetto di facile realizzazione, come avvenuto per l’isola artificiale antistante Panama City.
Tale intervento eviterebbe l’interramento del tratto ferroviario antistante la pista, rendendo superflua anche la costruzione della stazione ferroviaria a Fontanarossa: basterebbe modernizzare la stazione di Bicocca e progettare un people mover per l’aeroporto.
In questa proposta sono esclusi interventi costosi sull’Asse dei servizi e sulla rotonda nella vicinanze del centro commerciale Porte di Catania; prioritario invece il collegamento dello scalo etneo con la città attraverso la metropolitana.
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La soluzione è tecnicamente valida, sicuramente, e coi vantaggi di non rendere necessari complicati interventi di riordino della grande viabilità e della ferrovia. Tuttavia è una soluzione che, come detto, si rende necessaria solo quando non c’è lo spazio sufficiente per agire diversamente.
Sebbene più onerosa, la soluzione della nuova pista così come invece prevista, all’interno, la trovo preferibile in modo da salvaguardare la litoranea sabbiosa e non interromperne il percorso lungo la linea di costa.
Temo che ci sarebbe qualche problema demaniale e con i lidi a partire dal Lido Don Bosco dei Salesiani… penso che solo a parlare dell’idea scatterebbero feroci proteste contro questa violazione di interessi privati.