Il Bastione degli Infetti è una delle più importanti testimonianze della storia di Catania: i bastioni catanesi furono costruiti all’inizio del XVI secolo per volere dell’imperatore Carlo V di Spagna. Insieme a sette porte di accesso, gli undici bastioni in pietra lavica progettati dall’architetto Antonio Ferramolino facevano parte del sistema murario posto a difesa della città.
Mura, porte e bastioni furono quasi interamente distrutti dalla colata lavica del 1669 e dal terremoto del 1693. Il Bastione degli Infetti è quello meglio conservato tra i bastioni che costituivano il sistema difensivo etneo. Cicerone racconta nelle Verrine che nel luogo dove oggi si trovano i resti del bastione sorgeva il Tempio di Cerere, luogo di culto e di pellegrinaggi.
Il nome deriva dalla trasformazione del bastione in lazzaretto nel 1576, in seguito alla peste che colpì la città di Catania; i suoi resti, tra cui l’annessa Torre del Vescovo, sono ancora visibili lungo la via del Vescovo. [1]
Il Bastione degli Infetti ha vinto il bando di finanziamento regionale per l’incentivazione di forme di democrazia partecipata, in cui i cittadini erano stati invitati a scegliere l’area della città a cui destinare dei fondi per una riqualificazione.
In questo spazio pubblico, testimonianza della storia di Catania, verrà realizzato un giardino con alberi, piante officinali, un illuminazione scenografica e spazi con giochi per i bambini; l’importo destinato alla riqualificazione del Bastione è di 255 mila euro ed i lavori dovrebbero durare circa 6 mesi.
Affinché questo sia possibile, immaginiamo che verrà anche bonificata l’area dall’amianto presente proprio accanto il bastione essendo assolutamente incompatibile e pericolosissima soprattutto con un parco giochi per bambini accanto.
In queste foto potete vedere condizioni attuali: la copertura in Eternit che mostra segni evidenti di sfaldamento e che potenzialmente potrebbe provocare negli anni casi di tumore per lo svilupparsi del terribile e mortale mesotelioma. Speriamo che sia finalmente la svolta per quest’importantissimo monumento catanese avvolto da troppi anni dal degrado e dalle fibre di amianto.
Purtroppo da registrare l’abbattimento dei due grandi alberi del paradiso (Ailanthus altissima) che da anni ombreggiavano parte del bastione, rendendolo più fruibile, fresco e vivibile nei mesi più caldi durante le attività organizzate dal Comitato Popolare Antico Corso.
[1] http://citymapsicilia.it