Nel 2025, la Tangenziale di Catania (RA15) si conferma una delle arterie più sature d’Italia. Tuttavia, l’analisi del blocco quotidiano rivela un dato sorprendente: il collasso non è generato dal traffico pesante a lunga percorrenza, ma da un pendolarismo interno massiccio che si muove lungo l’asse Nord-Sud. Il flusso principale origina dalla direttrice di Acireale e dei paesi etnei, con destinazione finale la Zona Industriale, e in quantità minore Augusta e Priolo, un polo che oggi impiega circa 30.000 addetti.
Attualmente, per migliaia di lavoratori, l’auto privata rappresenta l’unica opzione per raggiungere il posto di lavoro in tempi accettabili. Questo genera un “effetto imbuto” paralizzante che non solo degrada la qualità della vita dei cittadini, ma incide negativamente sull’ambiente e sulla produttività stessa delle imprese catanesi.
I limiti delle soluzioni infrastrutturali tradizionali
Le proposte storiche per decongestionare l’area presentano criticità insormontabili:
- La Terza Corsia: Con un costo stimato di circa 350 milioni di euro, comporterebbe anni di cantieri invasivi su un’arteria già satura, peggiorando il caos per un decennio prima di offrire benefici.
- La Bretella Acireale-Gelso Bianco: Un’opera dal costo esorbitante e dalla complessità realizzativa estrema, dovuta alla massiccia urbanizzazione del territorio che imporrebbe espropri complessi e tempi burocratici biblici.
La Proposta: La “Metropolitana Leggera” su Rotaia
La vera alternativa risiede nel potenziamento del Passante Ferroviario di Catania. A differenza delle grandi opere stradali, l’infrastruttura di base esiste già, ma è sottoutilizzata. La trasformazione del Passante in una risorsa strategica deve basarsi su tre pilastri operativi:
- Cadenzamento a 15 minuti: Per essere un’alternativa reale all’auto, il servizio deve diventare una metropolitana leggera. Solo una frequenza elevata (un treno ogni quarto d’ora nelle ore di punta) può garantire quella flessibilità che convince il lavoratore ad abbandonare il mezzo proprio.
- Intermodalità e Parcheggi Scambiatori: Le stazioni di Acireale, Cannizzaro, Ognina devono trasformarsi in hub intermodali. È essenziale potenziare le aree di sosta protette affinché il cittadino possa passare dall’auto al treno in pochi minuti e in totale sicurezza.
- L’Ultimo Miglio (Efficienza a Bicocca): Il nodo critico è la stazione di Bicocca. Una volta scesi dal treno, i lavoratori non possono restare isolati. La soluzione è un servizio di bus navetta circolari ad alta frequenza, sincronizzati con gli arrivi dei convogli, che colleghino la stazione ferroviaria alle principali aziende del comparto industriale in modo capillare.
Il Ruolo della Politica e della Regione Siciliana
Nonostante l’apertura delle nuove stazioni (Europa, Picanello, Ognina e Aeroporto), il servizio resta inadeguato.
Il ruolo centrale spetta alla Regione Siciliana, che deve garantire la copertura finanziaria per un nuovo Contratto di Servizio con Trenitalia che preveda un aumento dei chilometri-treno.
Senza un intervento integrato tra la Regione, Trenitalia e le amministrazioni locali per il coordinamento del trasporto su gomma, la Tangenziale rimarrà un eterno serpentone di lamiere.
Spostare il flusso dei 30.000 lavoratori della Zona Industriale dall’asfalto al ferro non è più soltanto una scelta ecologica, ma una necessità economica impellente per restituire competitività e dignità all’intera area metropolitana di Catania.
