Bocciati i fondi per il Nodo di Catania: sfuma il completamento del raddoppio ferroviario e il rilancio della mobilità urbana

Brutte notizie per la mobilità nella provincia etnea. Anthony Barbagallo (PD) ha reso noto in una nota che è stata respinta la proposta di stanziamento per il completamento del Nodo di Catania — l’ultimo tratto mancante del raddoppio ferro­viario che collega Catania a Palermo. Il progetto, che collega la stazione centrale con Catania‑Acquicella, resta senza copertura economica.

Il Pd aveva presentato un emendamento alla legge di bilancio con un impegno di circa 600 milioni di euro, necessario all’interramento della stazione centrale, alla realizzazione della nuova fermata “Duomo‑Porto” e al doppio binario nello scalo urbano. Ma la maggioranza di governo lo ha bocciato.

In parallelo è stato respinto l’altro emendamento — anch’esso da 600 milioni — che avrebbe finanziato il ripristino della ferrovia Catania–Caltagirone–Gela, interrotta dal 2011 a causa del crollo di un viadotto: una linea che avrebbe potuto ridare infrastrutture e collegamenti a vaste aree interne della Sicilia sud‑orientale.

Il rammarico è forte: si getta nuovamente al vento un’occasione per dotare Catania di un sistema di trasporti all’avanguardia, che avrebbe potuto valorizzare l’intero territorio, migliorare la qualità della vita e favorire nuove opportunità di sviluppo. 

Il “nodo di Catania” è considerato strategico non solo come completamento del raddoppio verso Palermo, ma anche come elemento chiave per rendere efficiente il passante ferroviario urbano, diminuire la dipendenza dell’auto privata, ridurre traffico e inquinamento.

Ma senza risorse certe per il nodo cittadino, resta un nodo che impedisce a Catania di sfruttare pienamente i vantaggi della linea ad alta capacità: la stazione centrale non è interrata, la fermata aeroporto‑scalo urbano perde di efficacia, e la città resta penalizzata rispetto a tante altre città con infrastrutture moderne.

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