La “rivoluzione su ferro” di Catania, dalla metro al passante ferroviario: opportunità, scenari e nodi irrisolti

Il 2017 sarà ricordato come un anno importante per lo sviluppo infrastrutturale del territorio catanese: con la messa in esercizio della tratta di metropolitana Nesima-Stesicoro sono stati fatti notevoli passi in avanti per la mobilità catanese e una svolta avverrà anche con l’apertura di due nuove stazioni, Ognina e Europa, del passante ferroviario  a cui si aggiungerà, entro l’estate, la stazione Picanello.

Catania potrà finalmente contare su un sistema ferroviario che collegherà la città da ovest al centro con la metropolitana di FCE e da nord a sud, lungo la fascia costiera, con il passante ferroviario e nodo di questo sistema sarà la stazione centrale che fungerà da centro intermodale tra i due sistemi.

Il passante ferroviario nasce sul tracciato ferroviario già esistente che collega la città di Catania con Siracusa e Messina. Il progetto, dopo le molteplici approvazioni, entrò in fase attuativa con l’inizio dei lavori in sordina e con estrema lentezza.

La consegna della tratta Catania Ognina-Catania Centrale, completa delle stazioni e a doppio binario, era prevista inizialmente per fine 2009, successivamente fu rinviata alla fine del 2012 ma ulteriori rallentamenti ne impedirono l’ultimazione. Nel mese di giugno dovrebbe avvenire l’attivazione del doppio binario sul tratto Ognina-Catania Centrale e delle nuove stazioni Europa ed Ognina, ma a dieci giorni dall’inaugurazione la RFI non ha dato nessuna comunicazione in merito  ne si conosce il tipo di servizio che verrà attuato.

Inoltre, in una fase iniziale, il passante ferroviario comprenderà solo le stazioni di Cannizzaro, Ognina, Picanello, Europa e stazione Centrale escludendo le stazioni di Acquicella e Bicocca nonostante rivestano una importanza notevole per la mobilità catanese.

La stazione di Bicocca, infatti, è la principale stazione merci della città di Catania, serve anche come diramazione per i treni provenienti dalla stazione di Catania Centrale diretti verso Siracusa e Caltagirone o verso Caltanissetta Xirbi, Agrigento e Palermo e per la linea di Paternò (da tempo utilizzata solo come raccordo merci) nonché scalo di riferimento per l’interporto di Catania Bicocca.

Bicocca è situata a ridosso della zona industriale di Catania, a sud-ovest dell’aeroporto di Fontanarossa. Attualmente la zona industriale è servita da due linee AMT, la Circolare 439 (Stazione C.le – Zona Industriale) con una frequenza, sulla carta, di circa uno ogni 50 minuti e la Circolare 927 (P.zza Della Repubblica – Zona Industriale) con una frequenza, sulla carta, di circa uno ogni 40 minuti. Purtroppo queste frequenze non sono rispettate a causa delle mancanza di vetture da parte di AMT e le frequenze si allungano a 90-100 minuti per ogni corsa. Inoltre ogni corsa impiega circa 60-80 minuti per collegare la zona industriale con il centro diventando quindi poco appetibile per l’utenza.

Alla zona industriale di Catania operano circa 400 aziende che impiegano 50.000 persone e circa il 90% utilizzano la macchina per il tragitto casa-lavoro utilizzando la tangenziale come via di collegamento.

Un utilizzo della stazione Bicocca a servizio della zona industriale con linee di adduzione circolari AMT permetterebbe, a  un numero rilevante di potenziali utenti, di poter usufruire del servizio di trasporto ferroviario per raggiungere agevolmente il centro e la zona industriale di Catania, con tempi di percorrenza e costi  nettamente inferiori rispetto al trasporto privato.

 La stazione Acquicella si trova a pochi metri dal parcheggio di Zia Lisa capace di ospitare 20 posti per bus e 985 posti per auto, compresi gli stalli per disabili, e potrebbe assolvere alle funzioni di “nodo interscambio” tra i flussi veicolari provenienti dalla zona periferica del quartiere di Librino e dell’asse viario Caltagirone – Gela ma anche dall’autostrada Palermo-Catania (e quindi da Caltanissetta e da Enna), senza dimenticare gli utenti del popoloso rione e l’utilità per poter raggiungere il grande cimitero comunale. In pochissimi minuti, il servizio ferroviario potrebbe portare gli utenti da Acquicella alla stazione centrale (e viceversa) e, quindi, scambiare agevolmente con la metropolitana e i mezzi AMT. Attualmente la stazione di Acquicella viene aperta solo in occasione della commemorazione dei defunti, per evitare la congestione dell’area antistante il cimitero.

La rivoluzione su “ferro” vedrà quest’anno i primi risultati tangibili, ma occorre continuare ad investire per recuperare quel gap che ci divide dalle altre realtà simili alla nostra, in termini di popolazione e vastità del territorio.

In particolare la mobilità metropolitana dalla zona nord dell’hinterland catanese è un problema finora irrisolto: il progetto di “Pedemontana” della Ferrovia Circumetnea (rivelatosi troppo oneroso e sconveniente) ed “Etnarail” ancora in stallo, sono gli unici progetti che si sono posti l’obiettivo di collegare l’hinterland mediante il trasporto pubblico.

La città metropolitana di Catania comprende i 58 comuni dell’ex provincia e conta più di un milione di abitanti, dei quali più di 600 mila tra Catania e il suo hinterland, rendendo il territorio etneo una “piccola metropoli” (ma non poi così piccola) con pochi onori e molti oneri connessi a questa qualificazione di fatto: un territorio vasto in cui il comune di Catania rappresenta il centro gravitazionale grazie alle “funzioni” che qui si svolgono e ai tanti servizi presenti, e che per questo necessita di un trasporto pubblico efficiente.

La Città Metropolitana di Catania dovrà necessariamente puntare sullo sviluppo del trasporto su ferro, integrato con parcheggi scambiatori e con linee di adduzione su gomma, finalizzato soprattutto alla salvaguardia dei valori ambientali, alla tutela della salute e al contenimento dei consumi energetici. L’intermodalità tra i mezzi di trasporto dovrà essere l’elemento essenziale su cui puntare per garantire un buon livello di accessibilità sia nelle aree comunali che nei comuni limitrofi.

Un ruolo chiave nello sviluppo del trasporto pubblico lo riveste AMT (Azienda Metropolitana Trasporti) che attraverso la rimodulazione delle linee e del servizio in funzione dello sviluppo della linea metropolitana e dell’esordio del passante ferroviario potrà dare un prezioso supporto al trasporto su ferro.

In questo senso senso da registrare l’intenzione del comune di Misterbianco di realizzare dei bus navetta gratuiti per collegare le frazioni di Misterbianco con le stazioni della metropolitana e la creazione di due nuove fermate della linea in superficie della circumetnea: qualcosa quindi si muove, ma è ancora troppo poco.

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immagine di copertina di Gianluca Cafiso
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One Thought to “La “rivoluzione su ferro” di Catania, dalla metro al passante ferroviario: opportunità, scenari e nodi irrisolti”

  1. carmeloprivitera

    Importantissimo il servizio metropolitano attraverso il passante ferroviario. Di sicuro costituirà davvero un grande passo avanti nella mobilità catanese. E nelle more che venga realizzata la stazione “Duomo-Porto” sulla nuova tratta ferroviaria che corre sotto il porto, si potrebbe realizzare una fermata provvisoria, così come si è scelto di fare per Fontanarossa, proprio sugli archi della Marina, utilissima per servire la parte sud del centro storico e buona parte del porto. Magari con delle pensiline artistiche in modo da ridurre l’impatto architettonico.

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