VIDEO | Metropolitana, stazione San Nullo: i pericoli che si dovranno correre per raggiungerla

La messa in esercizio della nuova tratta Borgo-Nesima, comprendente le stazioni intermedie di Milo, Cibali e San Nullo, è ormai imminente: essa rivestirà un importante chiave di volta per la mobilità catanese, perché costituisce un miglioramento dell’offerta di trasporto pubblico, invogliando molti cittadini-utenti a preferire il mezzo pubblico all’auto privata.

Un elemento spesso sottaciuto è invece l’accessibilità al trasporto pubblico: il miglioramento dei percorsi pedonali di accesso ai nodi del trasporto pubblico ha l’effetto di aumentare la distanza che un utente è disposto a percorrere per raggiungere la fermata e dunque ha l’effetto di aumentare il bacino di copertura o area di influenza di ogni fermata.

Riceviamo e pubblichiamo il video e il testo a corredo di Davide D’Amico in merito all’accessibilità alla stazione San Nullo: i pedoni percorrono via Sebastiano Catania senza le condizioni minime di sicurezza.


Abbiamo provato a raggiungere la stazione procedendo a piedi lungo la via Sebastiano Catania. Si tratta, come evidenziano le immagini registrate la mattina di sabato 18 febbraio, di un’arteria stretta e a doppio senso di marcia, priva di marciapiedi e di caditoie con una pendenza da non sottovalutare. La situazione non sembra migliorare procedendo da via San Nullo.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=BCBI7kIpvAQ]

Il marciapiede che permette di raggiungere la stazione si interrompe bruscamente lasciando spazio ad una strada sterrata interrotta soltanto dallo spazio, quello sì pavimentato, circostante l’ingresso alla stazione. A fare da cornice lo sfrecciare di automobili ad alta velocità quasi a contatto con il pedone.

Pur non volendo in alcun modo addebitare alla Ferrovia Circumetnea le colpe del tipico modus costruendi catanese, non possiamo non evidenziare come quest’opera basilare per la zona rischi di rimanere sottoutilizzata, slegata com’è da un quartiere già privo di opere d’urbanizzazione.

È lecito chiedersi quando il comune di Catania e l’azienda Ferrovia Circumetnea siederanno ad un tavolo per trovare la soluzione ad un problema annunciato. È giusto attendersi che i cittadini rischino l’incolumità nel tentativo di raggiungere la metropolitana? In che modo poi gli abitanti di San Giovanni Galermo, oggi schiavi dell’automobile e delle lunghe attese alle fermate AMT, potranno godere dei benefici derivanti da quest’opera? Dubbi ai quali la politica catanese è chiamata a rispondere nel più breve tempo possibile. Il treno sta passando…


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One Thought to “VIDEO | Metropolitana, stazione San Nullo: i pericoli che si dovranno correre per raggiungerla”

  1. carmeloprivitera

    Osservando dall’alto, tramite google maps, si vede una vasta area di cantiere a sud della circonvallazione che potrebbe diventare uno slargo accessibile da via Antonio Merlino. Da qui, con delle scale, sarebbe facile raggiungere l’ingresso della stazione situato sul marciapiede sud di viale Antoniotto Usodimare. Il campetto sportivo che insiste a ridosso della citata uscita si potrebbe spostare nella parte est della stessa area di cantiere in modo da poter allargare questo tratto di via Sebastiano Catania creando pure il marciapiede ad angolo che si andrebbe ad innestare con l’attuale marciapiede dove insiste l’uscita della metro. Ciò a beneficio della circolazione non solo pedonale ma anche veicolare.
    Riguardo l’uscita ubicata sul marciapiede nord della circonvallazione, una volta aperta la tratta metro in questione, l’attuale tratto di linea della circum, considerato che tra l’altro proprio in questo punto sia il binario che il marciapiede si trovano quasi allo stesso livello, rimarrà in disuso, per cui, opportunamente adeguato, si potrebbe utilizzare come via di accesso tra via Sebastiano Catania (lato nord) e l’uscita nord della metro. Inoltre si potrebbe anche realizzare un varco pedonale su via Ottavio d’Arcangelo, visto che solo qualche metro separa la fine di tale via con il tracciato della circum. Credo che anche le espropriazioni sarebbero ridotte al minimo indispensabile.

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