Città metropolitana, come dovrebbero cambiare la mobilità e il trasporto pubblico

Il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta ha finalmente firmato i decreti d’insediamento dei sindaci di Palermo, Catania e Messina a guida delle rispettive Città metropolitane di area vasta.

Leoluca Orlando, Enzo Bianco e Renato Accorinti potranno quindi insediarsi subito a capo dei nuovi organismi. Nei prossimi mesi ci saranno i passaggi tecnici ed a settembre le elezioni dei presidenti dei Liberi Consorzi e l’insediamento dei Consigli e delle Giunte Metropolitane.

città metropolitane

Questa firma costituisce una fase molto importante per lo sviluppo del territorio siciliano.

Alle Città metropolitane sono infatti attribuite, oltre alle funzioni fondamentali delle Province e quelle ad esse assegnate nell’ambito del processo di riordino delle funzioni provinciali, le seguenti funzioni fondamentali:

  1. adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’Ente e per l’esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di Comuni compresi nel predetto territorio, anche in relazione all’esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle Regioni, nel rispetto delle leggi delle Regioni nelle materie di loro competenza;
  2. pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei Comuni compresi nel territorio metropolitano;
  3. strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D’intesa con i Comuni interessati la Città metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive;
  4. mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell’ambito metropolitano;
  5. promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della Città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio di cui alla lettera a);
  6. promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.

La città metropolitana di Catania ha circa 1 .116 .168 abitanti e comprende i 58 comuni dell’ex-provincia regionale di Catania.

La nascita della Città metropolitana ridefinisce i confini comunali ed è pertanto necessaria una rimodulazione dei servizi del trasporto pubblico diventando indispensabile puntare alle infrastrutture come punto di partenza a supporto di una rete multimodale ferro-gomma, disegnata per garantire un buon livello di accessibilità sia nelle aree comunali che nei comuni limitrofi.

Alcuni studi che sono stati condotti hanno evidenziato che la scala territoriale ottima per la pianificazione e la successiva gestione sia proprio quella metropolitana, purché si costruisca una visione sovra-comunale delle politiche della mobilità, delle infrastrutture e dei trasporti.

Per la città metropolitana di Catania si potrebbe pensare ad un consorzio tra tutti i gestori che si occupano di trasporto pubblico nei comuni della città metropolitana (AST, FCE, AMT, RFI, etc.) e avere una gestione integrata e modale evitando così sovrapposizione di linee  (soprattutto extraurbane) che attualmente è molto elevata, segno nel passato, di una completa assenza di coordinamento e pianificazione.

tram

La Città Metropolitana di Catania dovrà necessariamente puntare sullo sviluppo del trasporto su ferro (Metropolitana, Passante Ferroviario, Tram, Etna Rail)  finalizzato soprattutto alla salvaguardia dei valori ambientali, alla tutela della salute e al contenimento dei consumi energetici.

Si dovrà inoltre puntare ad avere un solo abbonamento (annuale, mensile o settimanale), con cui l’utente può accedere a tutti i servizi di linea, ferroviaria e automobilistici, presenti all’interno dell’area integrata, indipendentemente dal vettore utilizzato, calcolando la tariffa da applicare in base alle zone attraversate dall’utente (già attivo a Torino).

Formula-Mappa
FORMULA è articolato ad anelli concentrici su un territorio che si estende per oltre 40 chilometri da Torino, con prolungamenti verso direttrici di interesse regionale. L’intera area è suddivisa in zone con al centro l’area urbana (U) e l’area suburbana (A) di Torino.

Si dovrà contrastare l’uso smisurato del mezzo privato cercando di incidere sui comportamenti dei cittadini, di contro fornire la qualità e il costo contenuto del servizio.

La nuova Città Metropolitana dovrà dotarsi, quindi, di strumenti efficaci e moderni, solo così  potrà dare una spinta propulsiva al sistema di trasporto pubblico.

Allo stesso tempo sarà necessario, un canale informativo e di coordinamento che possa accompagnare il concretizzarsi dei piani e monitorare i progetti in corso.

La politica catanese ha l’opportunità  e la responsabilità di plasmare la città metropolitana di Catania. La scelta da compiere è molto coraggiosa. Riusciranno i nostri eroi?


 

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3 Thoughts to “Città metropolitana, come dovrebbero cambiare la mobilità e il trasporto pubblico”

  1. todald

    Mi fa piacere constatare l’attualità della mia, ormai lontana, tesi di laurea, anche se mi dispiace rilevare la sua scarsa attuazione!

  2. E’ triste dirlo ma a Catania i sistemi di trasporto pubblico sono da sempre un problema.
    I lavori della metropolitana sono iniziati nel 1986, ed ancora non sono completi. Gli autobus sono sempre di meno. L’unico segnale di progresso sono i BRT, ma la maggior parte delle persone conoscendo l’efficenza dei trasporti pubblici va con la sua auto con la conseguenza di generare un traffico abnorme, cosa probabilmente non nota al Sindaco che non conosce la sua città…
    Molto del traffico potrebbe essere ridotto con un sistema di collegamento veloce tra paesi etnei (tipo Etnarail) e centro città.
    Tutti sanno che prendere i mezzi AST da questi paesi in certi orari è improponibile e si richia di aspettare oltre 2 ore, per cui sempre meglio mettersi in coda ed aspettare di passare con la propria auto.

    1. Roberto Lentini

      Mario Rossi hai perfettamente ragione. Purtroppo i nostri governi hanno spesso penalizzato il TPL a vantaggio dell’automobile, anzi spesso incentivandola a discapito del TPL. Il nostro compito è far cambiare mentalità ai nostri politici e pure ai cittadini. E’ un compito difficile, ma bisogna pur iniziare.

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